Denis Verdini in Senato durante le votazioni degli emendamenti alla riforma costituzionale, Roma, 6 ottobre 2015. ANSA/ GIUSEPPE LAMI
Da Wikipedia:
“Caso della P3: rinvio a giudizio per corruzione.
Nel maggio 2010 viene indagato dalla Procura di Roma in riguardo ad un’inchiesta su un presunto comitato d’affari, la cosiddetta “cricca”, che avrebbe gestito degli appalti pubblici in maniera illecita.[12]
A luglio viene arrestato l’imprenditore Flavio Carboni, coinvolto a Roma in un’inchiesta che punta a scoperchiare una cupola con interessi nella gestione degli appalti sull’energia eolica in Sardegna, insieme a Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Democrazia Cristiana e all’imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli. Queste persone vengono accusate dalla Procura di Roma di aver esercitato forzature sui giudici della Corte Costituzionale al fine di favorire il giudizio di legittimità costituzionale sul Lodo Alfano, di aver sostenuto la riammissione della lista civica regionale Per la Lombardia,[13] collegata al candidato di centrodestra alle elezioni regionali del 2010 e successivamente eletto governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni e infine di aver favorito la nomina a presidente della Corte d’Appello di Milano al pm Alfonso Marra. Nella stessa indagine sugli appalti dell’energia eolica viene indagato anche il governatore PDL della Sardegna Ugo Cappellacci.
Il 23 luglio in una lettera resa pubblica il 26 luglio Verdini si dimette da presidente e consigliere del consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino a causa dello scandalo P3 che lo vede coinvolto per corruzione e violazione della Legge Anselmi sulle società segrete. Verdini afferma: “Su di me scatenata una tempesta mediatica e queste accuse rischiano di gettare ombra sulla banca”.[14][15] Per solidarietà a Verdini si dimette dopo poche ore tutto il consiglio di amministrazione del credito.[16] Alcuni politici tra cui Fini ne chiedono le dimissioni anche dagli incarichi politici.[17]
Dall’inchiesta emerge che il 23 settembre 2009 avrebbe avuto luogo un incontro presso l’abitazione di Denis Verdini,
incontro a cui avrebbero preso parte l’imprenditore e faccendiere Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. In questa riunione si sarebbe delineata la strategia di persuasioni indebite da adottare sui giudici della Consulta intorno all’approvazione del lodo che il 7 ottobre seguente verrà poi bocciato perché ritenuto incostituzionale.[13] Il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro definisce la cupola che si sarebbe costruita attorno a Flavio Carboni una «nuova loggia massonica», con le stesse caratteristiche della vecchia loggia Propaganda 2. Pier Luigi Bersani, leader del Partito Democratico, chiede all’esecutivo di far luce sulla vicenda, mentre il senatore e capogruppo dell’UDC Giampiero D’Alia richiede l’intervento della Commissione parlamentare Antimafia.[18]
Nell’agosto del 2011 la Procura di Roma annuncia di aver chiuso l’inchiesta P3.
Il 5 novembre 2014 Denis Verdini viene rinviato a giudizio per corruzione. Il processo prende il via il 5 febbraio 2015 davanti alla IX sezione penale”.[19]
Nella foto Denis Verdini, padre costituente della riforma che sarà votata il 4 Dicembre 2016.